Care partecipa all’assemblea annuale della IUMI

Scritto originariamente in data 14 settembre 2021

L’edizione di quest’anno dell’assemblea della IUMI (Unione Internazionale Assicuratori Trasporti) si tiene a Stoccolma e presenta almeno due particolarità notevoli: avviene in digitale, come molti eventi di questo 2020, ed è stata per la prima volta aperta ai non-membri, quindi anche ai broker. Care ha colto al volo questa occasione di approfondimento e parteciperà quindi alle sessioni per le prossime due settimane.

Nella sessione inaugurale odierna, è stato anzitutto tracciato un ritratto della IUMI oggi. Molto è cambiato dall’origine nel 1874. Con due sedi, Amburgo e Hong Kong, l’Unione comprende 41 membri da tutto il mondo, oltre a vari associati e affiliati. E’ una piattaforma comune fondamentale per un settore assicurativo che, per quanto rappresenti solo il 2% dei volumi di premi non-vita nel mondo, è vitale per il commercio internazionale. Tra le priorità dell’associazione, il supporto ai membri assicuratori, la formazione, l’attività di raccolta dati e statistiche, la digitalizzazione, la comunicazione e la sostenibilità. Quest’ultima è considerata sempre più fondamentale dai membri, a riprova del contributo importante che il settore assicurativo può dare a queste tematiche (ne è un esempio il nostro progetto Optimist).

Nel raccontare le sfide del settore dei trasporti (e delle relative coperture), il coronavirus si è aggiunto alle precedenti importanti problematiche (cambiamenti climatici, protezionismo vs globalizzazione, digitalizzazione, sostenibilità). Nel 2020 il WTO ha visto un crollo del 18% del commercio internazionale e questo ha avuto importanti conseguenze. Nel settore marittimo puro, le cifre in rosso sono trainate dall’ambito crocieristico (-78%), container (-16%) e bulk (-11%). E’ diminuito il traffico (e ha cambiato anche rotta, riportando alla luce quella storica di Capo di Buona Speranza, con importanti conseguenze di rischio) e sono calate le visite ai porti.

Con un -5% del PIL globale, secondo le stime internazionali, il settore marittimo ha dunque perso terreno (pur meno di quello aereo), anche se comparando il calo con quello della crisi finanziaria del 2008 le cose potevano, secondo alcuni analisti, andare anche peggio. Gli effetti a lungo termine sono ancora tutti da calcolare e dipendono ovviamente dall’andamento della pandemia.

Tra le conseguenze importanti citate di questa crisi così vasta, il problema degli equipaggi: decine di migliaia di marittimi sono infatti rimasti “prigionieri” delle loro navi, con importanti conseguenze psicofisiche e dunque di sicurezza in mare.

Si è convenuto che anche in questa fase difficile gli assicuratori trasporti potranno dare un importante contributo nella ripresa del settore dei trasporti e nel favorire un cambio di paradigma con riferimento alle sfide che abbiamo vissuto in questi mesi. In passato, le spinte del settore hanno già contribuito a risolvere problematiche importanti, quali quella dell’inquinamento in mare.

Nel corso delle prossime due settimane, delegati della IUMI e specialisti discuteranno queste e altre tematiche facendo il punto sui problemi e sulle opportunità di questo settore così antico eppure sempre ricco di sfide e cambiamenti.

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